Tra i protagonisti della fotografia cinese dei decenni a cavallo tra XX e XXI secolo, Zheng Yi (nato nel 1949) ha documentato una Cina che oggi ci sembra contrastare con l’immagine tecnologica e iper-industrializzata di grandi megalopoli come Shangai, Pechino, Hong Kong. Quello che egli testimonia è, infatti, un Paese di piccoli villaggi rurali, luoghi quasi del tutto abbandonati dagli adulti, partiti in cerca di fortuna per i grandi centri urbani, e abitati da vecchi e bambini che vivono on condizioni essenziali, ai margini di una società che, agli occhi del mondo pare invece svilupparsi ai ritmi di crescita esorbitanti.
Originario dello Shandong, la culla del Confucianesimo, provincia costiera della parte più orientale della Repubblica Popolare Cinese, Zeng Yi ha fin da ragazzo coltivato l’ambizione di diventare fotografo, una passione trasmessagli dal padre insegnante, che gli aveva regalato un libro sui metodi e le tecniche fotografiche di Wu Yinxian, uno dei fotografi che ha coniato l’immagine pubblica di Mao.
Dai primi anni ’70 , perfezionati le tecniche di sviluppo e i segreti del mestiere, Zeng attraversa in bicicletta la campagne dello Shandong e inizia a scattare foto di famiglia, di matrimoni e di bambini; via via si convince sempre più che la fotografia può essere usata non solo per registrare la bellezza dei paesaggi e l’espressività dei volti delle persone, ma anche per documentare la realtà sociale e prendere coscienza delle responsabilità e degli obblighi che ogni individuo ha nei confronti della comunità.
Sono immagini prevalentemente (ma non solo) in bianco e nero, dove la qualità tecnica si accompagna sempre a un alto grado di umanità. Esse documentano la quotidianità delle comunità rurali attraverso una serie di ritratti di gruppo o di singoli – contadini, allevatori, pescatori, artigiani – colti nel contesto di una realtà che appare ancora dominata da usanze e costumi in netta antitesi con lo stile di vita dei centri urbani, una realtà a rischio di estinzione di cui occorre preservare la memoria. Sono perlopiù persone anziane, com i volti (e le mani) segnati dal duro lavoro, immortalate all’interno di abitazioni povere, poco più che capanne di pietra e legno, prive di qualsiasi orpello e dotate di un arredamento minimale in cui spiccano vecchi televisori, orologi da muro, stoviglie, barattoli di conserve, foto di famiglia e calendari con l’effige di Mao. In queste immagini di persone, intente a fumare o bere tè o semplicemente a riposare, non vi è alcun segno di tristezza o rimpianto, ma piuttosto l’espressione di una serena rassegnazione e, forse, di un’indomita vitalità, sebbene scalfita da anni di lavoro e stenti. Non stupisce infatti che molte delle immagini scattate da Zeng Yi mostrino volti di anziani sorridenti e coppie di coniugi che, nel declinare degli anni, sembrano ancora godere dei piaceri della reciproca compagnia.
Altrettante sono le foto di gruppo, con persone che partecipano a feste popolari, che seguono le processioni in occasione di ricorrenze tradizionali, che suonano nelle bande di paese o che assistono alle assemblee di partito: immagini lontane da quelle edulcorate della propaganda ufficiale insieme con quelli di anziani, molti scatti ritraggono i bambini che abitano questi piccoli villaggi, lasciati alla cura dei nonni da genitori andati in cerca di fortuna nelle grandi città; sono ritratti mentre giocano, sorridenti, nelle aie e nei cortili, mentre scrivono, assorti, su miseri banchi di scuola o mentre posano, imbronciati, per una foto di classe.
Zeng inizia il suo curriculum professionale nel 1975 presso il Dipartimento Mostre dello Shandong Art Center e prosegue con il trasferimento alla Jinan Federation of Licteracy and Art Association della Jinan Photographer’s Association, un’istituzione che ha diretto per molti anni, fino a diventarne il presidente.
Nel corso della sua carriera, Zeng Yi ha organizzato mostre dei più importanti fotografi internazionali e si è prodigato in ogni modo per diffondere la cultura fotografica attraverso l’organizzazione di premi e festival dedicati ai giovani. Inoltre, in qualità di chief curator della Shandong University of Art & Design (di cui è Senior Professor e Graduate Supervisor), ha promosso l’arte in ogni sua forma, allestendo mostre d’incisioni e dipinti dei maggiori artisti europei e americani, da Leonardo da Vinci al Cubismo, e pubblicando vari studi e cataloghi. E’ presidente del Mo-tzu International Imaging Research Institute, Executive Chairman del. Silk Road Photographic Organization International Alliance (SRPOIA) cui aderiscono 39 paesi. Mostre di sue fotografie sono state allestite in musei e istituti culturali in Europa e negli USA (President Carter Museum).
Moltissimi sono i premi, le onorificenze e le menzioni ricevuti da Zeng per la sua opera fotografica, tra cui il Cultural Center of Asia Award dell’UNESCO, il Ross Sanddal International Photography Award for Outstanding Contribution del PPA (Professional Photographers of America) e il Sungkyunkwan Art Award in Corea del Sud.